Mentalità sportiva applicata in azienda: quali punti di contatto?

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Mentalità sportiva applicata in azienda: quali punti di contatto?

La mentalità sportiva ha delle caratteristiche ben precise. Impegno, spirito di sacrificio, focalizzazione, orientamento all’obiettivo, capacità di cooperare, tensione al miglioramento continuo, equilibrio nel sapere accettare le sconfitte e godersi le vittorie.

Tra professione e vita aziendale si può scorgere un parallelo suggestivo e per nulla banale, che vogliamo oggi mettere al centro dell’attenzione.

Mentalità sportiva e valori aziendali

Sono molti i punti di contatto tra la realtà sportiva e quella professionale, specie se prendiamo ad esempio sport di squadra e lavoro in azienda.

Primi tra tutti, temi quali collaborazione, team, responsabilità condivisa.
Chiunque di noi abbia avuto la fortuna di praticare uno sport di squadra, si sarà sentito dire che nessun atleta, per quanto fenomenale, sarà mai in grado di vincere una partita da solo.
Capita di ascoltare dichiarazioni a fine gara, dopo la conquista di un trofeo o una vittoria importante, in cui il campione più rappresentativo, afferma che non è merito suo, che senza la squadra non ci sarebbe riuscito.
Al momento ci sembra una frase fatta. Ma è la realtà, la più vera e pura realtà.
Solo quando ognuno fa il suo, al massimo livello possibile, si possono raggiungere grandi risultati.

Come per il merito, vale lo stesso anche per l’errore. Può essere stato il difensore a sbagliare intervento o il portiere a farsi sfuggire una facile palla dalle mani. Ma d’altra parte, l’attaccante avrà fallito qualche palla gol.
Si vince e si perde insieme.

Ora, trasliamo questo concetto all’ambito aziendale.
Quando si deve portare a termine un progetto, difficilmente c’è un uomo (o una donna) sola al comando. C’è il commerciale che porta il contratto. L’account che si tiene in contatto con il cliente. Le varie figure coinvolte nella realizzazione del progetto.
Nessuno può fare un buon lavoro se tutti non fanno un ottimo lavoro. Brain storming, scambio di idee, collaborazione, raggiungimento dell’obiettivo.

La forza del team è quella che conduce alla soddisfazione del cliente e, di conseguenza, a quella di ogni singolo elemento che ha partecipato. 

La Leadership in ambiente aziendale

Proviamo ora a fare il contrario: partiamo da un concetto normalmente collegato all’ambito aziendale e trasliamolo in ottica sportiva.

Il leader “è colui che, in una struttura sociale organizzata, occupa la posizione più elevata, nell’interazione col resto del gruppo”. Ha dunque un ruolo preminentemente di comando, è colui che da le direttive.
Spesso, la figura del leader viene affiancata a quella del capo. Tutto questo, in linea teorica.
Perché c’è un elemento da tenere in conto, che può cambiare molto: la legittimazione.

Perché quella persona è il capo? I suoi dipendenti, collaboratori, colleghi, ne riconoscono le doti e dunque la leadership?
La differenza tra autorità ed autorevolezza è fondamentale ma non sempre facile da cogliere: il capo è di certo autoritario, ma non per questo autorevole. Il leader è di certo autorevole, ma non necessariamente autoritario.

Se la legittimazione avviene all’interno del gruppo dei pari, allora la leadership è reale ed il gruppo sarà a servizio del suo leader per raggiungere gli obiettivi aziendali che non sono più percepiti come imposti, ma come condivisi.

Certo, la teoria della leadership è molto più complessa di così.
Tuttavia questi concetti essenziali ci sono utili per continuare nel nostro parallelo.

Ed in ambito sportivo?

Torniamo alla mentalità sportiva. Il leader di una squadra si fa solitamente coincidere con il capitano. Ma anche in questo caso, vale lo stesso discorso: la squadra lo riconosce come tale? Oppure è stato scelto in base all’età, alle capacità tecniche, all’esposizione mediatica?

A volte si sente parlare di “capitano senza fascia” proprio per indicare situazioni nelle quali la scelta societaria non coincide con quella dello spogliatoio che ha, autonomamente, eletto il suo leader.

Se c’è una distonia tra capitano e leader – proprio come nel caso della coppia capo/leader – nei momenti di maggiore pressione, la squadra seguirà il leader, i suoi insegnamenti, le sue parole, le sue richieste.

Sport ed azienda, universi simili

Sport ed azienda sono due facce della stessa medaglia. In entrambi i casi la condivisione di valori, obiettivi, responsabilità, oneri ed onori è fondamentale. Senza una vera collaborazione tra le persone, che siano professionisti o atleti, nessun grande traguardo si potrà mai tagliare.

Il valore umano, le persone, rimangono sempre l’elemento più importante. Un buon leader non saprà solo coordinarle. Ma anche connetterle, individuare le doti e far emergere il meglio da ognuno. Da ciascun singolo, si ottiene forza per la squadra. Nel lavoro, come nello sport.

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