
Leadership aziendale al femminile: perché migliora il business?
Conciliare sviluppo aziendale, sviluppo economico e sviluppo sociale oggigiorno è davvero complesso. Ma è una sfida che la nostra società ci chiede di vincere al più presto, per i suoi enormi benefici. Soprattutto per tutto ciò che riguarda il gender gap, e lo sviluppo della leadership femminile in campo aziendale.
Le analisi e le statistiche parlano chiaro: secondo una ricerca McKinsey la riduzione del gender gap permetterebbe di raggiungere 28 mila miliardi di dollari di Pil mondiale entro il 2025.
Il problema però è radicato nelle sale di comando: stando ad uno studio di Gruppo Sodexo, le donne ricoprono solo il 24% dei ruoli dirigenziali e nei Consigli di amministrazione arrivano a un misero 15%.
Capire come invertire questo trend diviene fondamentale non solo per promuovere la leadership femminile e la parità di genere, ma, come vedremo dopo, anche per vantaggi economici che questa parità può generare.
Come definiamo la leadership al femminile?
Secondo una definizione riassuntiva, possiamo dire che la leadership è la capacità di una persona, inserita all’interno di un’organizzazione o di un gruppo, di incarnare e trasmettere valori che aiutano un team a sentirsi motivato a raggiungere determinati obiettivi.
Rispetto all’uomo però, la donna ha avuto sempre minore accesso a ruoli di comando. A cominciare dall’arrivo del voto femminile nei primi anni del XX secolo, il processo di emancipazione delle donne è stato graduale, tant’è che oggi è quasi impossibile pensare alla mancanza di rappresentanza femminile nella sfera pubblica e privata.
Ma compiti che storicamente erano esclusivi degli uomini, come la leadership aziendale, vengono ora contestati da donne che dimostrano giorno per giorno di avere le capacità per questo ruolo.
Oggi la leadership femminile ha caratteristiche e qualità tutte sue, e si ritiene addirittura che possa produrre risultati più fruttuosi rispetto alla leadership tradizionalmente incarnata dagli uomini.
Qualità della leadership femminile
Nel definire la leadership femminile e le sue qualità possiamo menzionare:·
- Maggiore socialità: le donne possono stabilire stretti legami, che rafforzano l’impegno verso obiettivi particolari o aziendali.
- Valorizza la cooperazione: il lavoro di squadra avviene in modo naturale grazie all’inclusione delle persone.
- Multitasking: le donne possono pensare e operare contemporaneamente in direzioni diverse, il che offre un vantaggio specialmente quando bisogna prendere decisioni e affrontare crisi.
- Mentalità innovativa: meno restie al cambiamento, le donne possono cambiare la direzione di un’azienda in modo positivo. Inoltre, sono generalmente flessibili.
- Più empatia: le leader femminili considerano, oltre al lato puramente professionale, il lato umano o emotivo dei loro colleghi e cooperatori.
- Inclusività: rafforzano l’identità individuale dei loro pari promuovendo un’equa partecipazione al processo decisionale.
Sostenere la leadership femminile non solo contribuirebbe a colmare il divario che alimenta la disparità di genere che si riflette, ad esempio, nel divario salariale. Ma in aggiunta, e come dimostrato in diversi studi, le donne in posizioni di potere avrebbero caratteristiche specifiche che favoriscono la crescita delle organizzazioni.
I vantaggi di un management al femminile
Secondo un rapporto della comunità degli affari e degli investimenti, Connect Americas, alcuni dei vantaggi di avere donne in ruoli manageriali si concentrano sull’intelligenza emotiva e sulla gestione orizzontale dei talenti.
Una ricerca della piattaforma di sondaggi aziendali, Peakon, invece mostra che indipendentemente dalle questioni sociali con le quali si può essere più o meno d’accordo, la verità è che la leadership femminile nelle aziende si traduce in vantaggi aziendali.
E ancora, secondo la più recente classifica di Great Place to Work, le aziende italiane più virtuose che hanno promosso il lavoro femminile raccolgono grandi benefici per il business. In particolare, il 44% delle aziende che hanno donne al top del management sono ai primi posti per:
- serenità sul posto di lavoro
- migliori work-life balances
- benefit e riconoscimenti
In particolare, delle prime 20 imprese elencate in graduatoria, ben 5 (un notevole 25% del totale) hanno un CEO o direttore generale di sesso femminile, e due aziende guidate da una leader occupano i primi posti della classifica.
Uno spunto positivo per il futuro da cui partire quindi esiste, ma la strada è ancora in salita: la parità di rappresentanza nelle aziende non avverrà dall’oggi al domani.
Perché ciò avvenga, l’area HR e tutta l’organizzazione aziendale devono dare risalto a politiche esplicite che si creano in tal senso, con l’obiettivo ultimo di sviluppare e mantenere una leadership femminile che faccia la differenza e contribuisca al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
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