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la cultura dell'alibi

La cultura dell’alibi e come combatterla

“Ho conosciuto centinaia di atleti. Alcuni vincenti, altri perdenti. La differenza? I vincenti trovano soluzioni. I perdenti cercano alibi”.
Il padre di questa frase è Julio Velasco, allenatore super titolato di pallavolo e coach riconosciuto per la sua esperienza in tema di leadership e gestione dei team.
La cultura dell’alibi è qualcosa di molto pericoloso non solo in ambito sportivo, ma anche a livello professionale ed aziendale.

Approfondiamo il tema e cerchiamo di capire come non rimanerne vittime.

Che cos’è la cultura dell’alibi

Velasco l’ha declinata riferendosi allo sport ed agli sportivi. Dal nostro punto di vista è estremamente interessante in ottica aziendale.
Ma a ben vedere la cultura dell’alibi è qualcosa che può insinuarsi nel quotidiano, come giustificazione a priori per qualsiasi insuccesso o errore commesso. Come una sorta di scudo, grazie al quale vedere sempre negli altri, nel caso, nelle situazioni avverse gli imputati ai quali addebitare colpe che invece sono le nostre.

Volendo dare una definizione della cultura dell’alibi potremmo identificarla come la tendenza ad evitare di mettere noi stessi ed il nostro operato al centro della riflessione, spostando l’attenzione su ciò che è esterno a noi. Se possiamo affermare di non aver raggiunto un determinato obiettivo a causa di qualcosa che sfugge al nostro controllo, allora possiamo scaricarci dalla responsabilità per quel fallimento.

Un atteggiamento di questo tipo non è costruttivo e controproducente. Se infatti non riconosciamo di aver commesso un errore, non potremo mai porre rimedio e migliorare.
Chi confida nella cultura dell’alibi, non fa altro che dire “non è colpa mia” ed in questo modo, senza accorgersene, si condanna alla mediocrità.

Crescere in azienda 

Combattere la cultura dell’alibi è dunque il primo passo per avviare un percorso virtuoso che conduca al passaggio da “perdente” a “vincente”. Ma come si può realizzare un cambiamento di mentalità tanto forte?

Intanto, introducendo in azienda il concetto di valore dell’errore, del quale abbiamo diffusamente parlato in un precedente articolo e che è a nostro parere un punto fondamentale per orientare la crescita di una struttura imprenditoriale.
Se infatti l’errore non è vissuto come un dramma, ma come un momento necessario per migliorare un processo, allora i professionisti saranno maggiormente incoraggiati a provare, a sperimentare, ad innovare. E, allo stesso tempo, non ci sarà la paura di assumersi la propria responsabilità.

Altro aspetto importante è quello di lavorare sul concetto di squadra, in cui nessuno può considerarsi elemento a sé stante, ma un elemento di valore perché inserito in un contesto in cui si è al servizio del team, ponendosi dunque l’obiettivo di trovare soluzioni e non evidenziare colpe.

“Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono”.
In definitiva è questa citazione, ancora di Velasco, che ci aiuta a chiudere il cerchio.
Come si combatte la cultura dell’alibi? Risolvendola e cioè promuovendo un sistema aziendale che premia chi fa, chi cerca di risolvere e chi dà soluzioni, espressione della volontà di non rimanere fermi ma di progredire e voler migliorare.

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