
La ripartenza post Covid19: il futuro che immaginiamo
L’emergenza ci ha scossi, inutile negarlo. Tutti, senza alcuna eccezione. Impossibile rimanere immuni ai grandi cambiamenti che questa pandemia ci ha messo di fronte con forza.
Siamo stati costretti a rallentare, se non a fermarci. Abbiamo dovuto fare i conti con un rimescolamento delle carte che di certo non ci aspettavamo.
Ma c’è un lato positivo: diminuire i giri dei motori delle nostre aziende, abituati tutti a procedere spediti verso i nostri obiettivi, ha – o dovrebbe aver – indotto una riflessione.
Momenti come questo ci danno l’occasione per raccogliere le idee e trasformare il momentaneo e comprensibile panico in un esercizio di meditazione strategica.
È importante ora fare i conti con il presente, per disegnare nuovi scenari futuri: anticipare il cambiamento per esserne parte.
Fino a due mesi fa, si aveva una ragionevole sicurezza del mercato nel quale si era abituati ad operare, delle richieste del target, delle metodologie e degli strumenti per arrivare a conseguire gli obiettivi imposti dalla strategia aziendale.
Oggi, a pochi giorni o settimane dalla ripartenza, abbiamo di fronte contorni nuovi ed ancora sfumati.
Ma possiamo fare ricorso a dati e fonti autorevoli che ci suggeriscano in che modo il Covid19 ha impattato sulla società e, dunque, sulle attività produttive, commerciali, di comunicazione ed in quale guardare al futuro.
L’impatto sulle famiglie
La società di ricerca Innovation Team, appartenente al Gruppo Cerved, si occupa di analizzare su base mensile l’impatto della crisi Covid-19 nella percezione di famiglie e imprese.
Già disponibile lo studio portato avanti sulle famiglie – mentre per le imprese si dovrà aspettare ancora qualche giorno – che si fonda su un campione d’indagine di 500 unità familiari, stratificate in base a differenti parametri, in modo da restituire una fotografia piuttosto ampia.
I dati ci raccontano di una situazione delicata:
- una famiglia su 5 ha accusato un pesante impatto sul reddito;
- il 44.9% teme di dover intaccare i propri risparmi;
- il 37% vede traballare il proprio posto di lavoro;
- il 43,6% ha paura di subire forti perdite di reddito.
Confrontarsi con questi numeri è molto importante per il tessuto imprenditoriale italiano: offrono infatti la possibilità di comprendere quali saranno le barriere che si dovranno affrontare nel momento della piena ripresa, soprattutto a livello di percezione e di fiducia.
L’aspetto positivo che questa ricerca ci pone di fronte agli occhi, e che dovrebbe essere considerato come uno dei propulsori per la ripresa nell’immediato futuro, è il fortificato rapporto tra famiglie e tecnologia.
Nello specifico si analizza qui il rapporto con lo smart working, ma è bene considerare questo come un impatto più ampio: la tecnologia è entrata ancora di più a far parte delle giornate delle famiglie italiane ed è aumentata la confidenza con strumenti informatici e simili.
- Il 57,5% di chi ha sperimentato lo smart working ha espresso la propria soddisfazione, anche a livello di performance personali;
- il 49,7% ha valutato positivamente l’impatto della tecnologia nella propria vita quotidiana;
- il 34,1% ne ha dato un giudizio positivo relativamente allo sviluppo di nuove attività.
Che cosa cambia per le imprese
Quello che ci troveremo ad affrontare come imprenditori è un mondo estremamente diverso, nel quale le priorità saranno differenti ed anche il comportamento delle persone si modificherà.
L’attenzione alla propria salute e sicurezza sarà massima sia nel ruolo di consumatori che in quello di lavoratori e le imprese dovranno necessariamente confrontarsi con entrambi questi aspetti. La paura del contatto, della folla, della trasmissione del virus, andrà con ogni probabilità ad impattare sulle modalità di acquisto, favorendo ancora di più il commercio online e rendendo necessaria l’adozione di elementi innovativi che dovranno favorire la user experience.
La rubrica Econopoly de Il Sole24Ore ci offre degli spunti interessanti mostrandoci alcuni dati e comportamenti intrapresi dalle imprese in Cina:
- si assiste ad un importante boom dell’ecommerce, con un forte incremento della domanda online;
- le vendite di fresh food sono salite del 215% su JD.com;
- Mercedes Benz ha lanciato una campagna su WeChat per una prova virtuale dell’ultimo modello SUV della casa tedesca;
- Geely, costruttore di automotive, ha lanciato un servizio di vendita online e delivery delle proprie auto.
Questi sono solo alcuni esempi che possono però darci una chiara visione del futuro, in cui la tecnologia e l’innovazione, attraverso lo studio di nuove potenzialità da sfruttare in chiave online, ridefiniranno i contorni del nostro rapporto con il pubblico.
Sull’importanza degli investimenti in ottica digitale, in considerazione del fatto che difficilmente i consumatori torneranno esattamente alle abitudini pre-Coronavirus, riflette anche l’analisi “Covid19: Implications for business” stilata dalla McKinsey&Company. Oltre a delineare i possibili scenari futuri, nel documento si condividono 7 azioni utili per le aziende al momento della ripresa:
- Proteggere i dipendenti, ascoltano le loro necessità e fornendo loro strumenti di supporto;
- creare un team di risposta Covid19 interfunzionale, che abbia rapporti diretti con il CEO, e si occupi di monitorare la situazione di benessere dei lavoratori e sviluppare costantemente nuove strategie di marketing e di vendita;
- assicurarsi di avere liquidità sufficiente per resistere alla crisi;
- stabilizzare la supply chain, cioè la propria catena di fornitura e distribuzione;
- essere vicini ai propri clienti, aumentando i propri investimenti nel digital, in considerazione del fatto che la domanda più che diminuire cambierà, spostandosi sempre di più verso l’online;
- prepararsi preventivamente alle crisi, investendo nel risk management;
- condividere obiettivi e valori, supportando il territorio e rendendo ancora più forte il legame con la propria audience.
Il futuro che immaginiamo
Fermarsi e riflettere può davvero essere molto utile: guardare in faccia il presente, ci permette di immaginare al tempo stesso il futuro e ci aiuta così a fugare un po’ della nebbia che in questo periodo ha ammantato le strategie imprenditoriali.
Interrogarsi è stato necessario e lo è ancora, ma in modo ancora più forte lo è iniziare a porre le basi per un nuovo futuro, in cui le dinamiche saranno diverse, ma non per questo peggiori.
Tecnologia ed innovazione saranno gli strumenti sui quali senza dubbio puntare, quelli che ci permetteranno di creare e cogliere nuove opportunità che man mano si stanno delineando.
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