Fake News, i perché di un fenomeno irresponsabile

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Fake News, i perché di un fenomeno irresponsabile

La comunicazione è oggi a portata di tutti. Ma tra i moltissimi lati positivi di questa conquista, ce ne sono anche alcuni negativi, come quelli legati alle fake news.

C’era una volta la censura, il veto sulla pubblicazione e diffusione di contenuti ritenuti pericolosi dal mainstream. Il popolo ignorava tutto ciò che si decideva non dovesse sapere.
Oggi la rete ha spazzato via del tutto questo sistema di coercizione: le notizie ci avvolgono, voci libere e fuori dal coro hanno la possibilità di esprimersi, ognuno di noi può informarsi e comporre la propria coscienza pubblica.

Peccato però che a questa patina di luce, faccia da contraltare un fenomeno in preoccupante e dilagante aumento, quello delle fake news.

Semplicemente traducendo, le definiamo false notizie. Sono però molto di più: destabilizzanti, pericolose, dannose.
Perché non tutte le persone hanno la capacità, la voglia, gli strumenti, di confrontare fonti diverse e spingersi alla ricerca della verità.  In un momento in cui la coscienza sociale ha moltissimi nervi scoperti, le fake news finiscono per alimentare malcontento, odio, negatività.

Semplici errori o pericolose macchinazioni?

Qual è la motivazione che porta alla creazione delle fake news?
E’ importante andare a ritroso e dare una risposta a questa domanda, perché se è vero che le conseguenze possono essere comunque scomode, tuttavia molto cambia a seconda dei casi.

L’errore è di certo da mettere in conto come prima causa di generazione delle fake news.
Il lavoro del giornalista ha forse perso un po’ del suo smalto originario: oggi praticamente tutti possono aprirsi un blog, dire la propria su tematiche anche delicate, scrivere articoli senza magari neppure citare le fonti. Non tutti hanno un seguito importante, questo è vero, ma il mondo del web, con le sue condivisioni ed i continui rimbalzi di notizie, offre comunque una vetrina accessibile al grande pubblico.

Quello che contraddistingue un buon giornalista è per prima cosa il lavoro di ricerca, forse ancora più importante rispetto alla sapienza nello scrivere. La verifica delle fonti è un altro processo fondamentale, che, se seguito in maniera capillare ed approfondita, potrebbe senza dubbio condurre alla cancellazione della fake news ancor prima della sua nascita.
Ma in quanti orientano il loro “lavoro” seguendo questi due semplici, ma allo stesso tempo complessi parametri?

Molto più pericoloso dell’errore è però il dolo: la creazione cioè di fake news ad arte, apparentemente inattaccabili ed usate per creare panico, per fomentare odio e rabbia, per causare particolari comportamenti che possano rappresentare un vantaggio per gli autori del falso lancio.

In quali settori sono più probabili e pericolose le fake news?

  • Politica
  • Economia
  • Comunicazione

Prova ad immaginare le ultime fake news che hai letto e dimmi se non appartengono ad una di queste aree di interesse. In tutti i casi, solitamente toccano temi sensibili che creano una reazione forte da parte del grande pubblico e, spesso, difficilmente riconducibile alla verità.

Vediamo se te le ricordi!

Anno per anno, ma forse anche mese per mese, la lista delle fake news si fa sempre più lunga e corposa.

Ricordi di aver letto, nel periodo tra il giugno ed il luglio dello scorso anno, alcuni tweet pubblicati dall’account di Lara Pedroni in cui si riportavano dichiarazioni liberamente attribuite a personalità quali Roberto Saviano, Laura Boldrini o l’allora ministra Kyenge? E’ stato poi scoperto che il profilo era falso, ma intanto mendaci dichiarazioni hanno fatto il giro del web, sollevando polveroni e polemiche.

Il tema delle scie chimiche è un altro molto delicato, nel quale sul web circolano molte interpretazioni. I complottisti sono soliti spingere alcune delle meno credibili, ma anche più cliccate e condivise, tipo quella per cui sarebbero delle tracce lasciate dagli aerei dell’aeronautica per controllare in qualche modo il clima.

Tra quelle in assoluto più pericolose, perché danno false speranze a persone gravemente malate, quella diffusa da una blogger australiana che aveva raccontato in un libro, oltre che nel suo blog, ed in un’app la storia della miracolosa vittoria contro un tumore al cervello per merito della dieta vegetariana. Lo Stato della Victoria l’ha punita con una salatissima multa, oltre i 400 mila dollari.

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