Il corto strizza l’occhio ai noir internazionali ed è ispirato ad una storia realmente accaduta in Abruzzo. Un’opera intensa e profonda che opera una riflessione cruda sul cyberbullismo, una forma di bullismo digitale troppo spesso sottovalutata della nostra società, e che colpisce maggiormente i più giovani.
Il fenomeno, molto ampio e frastagliato, è la traduzione di una frattura in un processo comunicativo e culturale complesso, tra utenti, strumenti digitali e linguaggi.
E come esperti della comunicazione, nella nostra idea di futuro il linguaggio digitale deve necessariamente prestare la dovuta attenzione a temi come onestà, il rispetto e l’inclusività.